Spesso consideriamo l’ispirazione come una sorta di onda anomala che giunge all’improvviso e ci rende straordinariamente creativi.
Lo so, è facile pensare che sia così perché a volte ci sentiamo particolarmente ispirati mentre altre fatichiamo persino a pensare.
L’idea che mi sono fatto è che l’ispirazione sia figlia del lavoro e dell’organizzazione.
Non sapere cosa scrivere o cosa pubblicare è una cosa che capita a tutti, chi non ha provato il paralizzante terrore di un foglio bianco?
Ebbene, la soluzione è relativamente semplice: bisogna allestire un sistema efficace e riproducibile che ti consenta di produrre contenuti. L’ispirazione è figlia del sistema e del lavoro, non di una genialità improvvisa. Se sei un genio tanto meglio, ti riuscirà più facile.
Quindi con questo sistema tutti i contenuti saranno eccellenti?
Ovviamente no, ma pensare di raggiungere una certa qualità produttiva senza passare dalla quantità è un atteggiamento a dir poco naïf, per non dire da sprovveduti.
L’ispirazione va ispirata, la creatività va creata.
Riuscire a ripensare il concetto di ispirazione come risultato di una pratica quotidiana ti trasforma la prospettiva.
Programmarsi per la creatività significa mettere in atto azioni concrete, creando un ambiente favorevole alla generazione di idee. È un impegno costante, non un evento casuale.
Utilizza un “taccuino delle idee” attraverso una delle migliaia di applicazioni che ci sono in giro. Personalmente amo Standard Notes o Notesnook perché hanno a cuore sicurezza e privacy, ma ce ne sono altre eccellenti con un approccio più visuale come Google Keep, Walling o Xtiles.
Altre ancora incorporano funzioni tipiche dei database come Notion o Airtable.
La scelta non manca, si tratta solo di agire.