In un contesto professionale come quello di chi lavora con partita IVA, spesso ci troviamo a fare i conti con la pressione di dover raggiungere risultati eccellenti. Il perfezionismo può sembrare una qualità indispensabile, ma spesso ha un costo molto alto.
Lo sforzo continuo di cercare di soddisfare standard impossibili finisce per consumare le nostre energie mentali ed emotive.
Questo stress cronico non solo incide sul nostro benessere psicologico, ma compromette anche la produttività. Chi è perfezionista tende a perdersi nei dettagli, dedicando troppo tempo a compiti specifici e, paradossalmente, riducendo la propria efficienza.
Chi è “afflitto da perfezionismo” è meno produttivo e più vulnerabile all’esaurimento, perché investe troppo tempo in revisioni e miglioramenti continui.
Invece di inseguire la perfezione, talvolta può essere più utile tollerare l’imperfezione e mirare a un risultato “soddisfacente“. Questo approccio può migliorare sia la salute mentale che la produttività:
Accettare l’imperfezione non significa accontentarsi, ma ridurre l’impatto negativo del perfezionismo sulla tua salute mentale. In questo modo puoi costruire una vita lavorativa più bilanciata e soddisfacente, dove non conta essere perfetti, ma essere efficaci, flessibili e, soprattutto, gentili con se stessi.
Questo approccio è particolarmente utile per chi lavora in proprio, dove la pressione di dover fare tutto da soli può amplificare la tendenza al perfezionismo. Riconoscere che l’imperfezione fa parte del processo può aiutarti a mantenere un equilibrio più sano tra vita professionale e personale.
— Dalla newsletter di TeuxDeux