Paolo Sala

fiscalista · content curator · apprendista stoico

ott 2024

Perché il Governo ricatta le partite IVA?

Il prossimo 31 ottobre scade il termine, a quanto pare non prorogabile, per aderire al Concordato preventivo biennale (CPB). Si tratta di una proposta del fisco alle partite IVA che consente di pagare le imposte sulla base di un reddito predeterminato per il 2024 e il 2025.

Il Governo, per spingere le aziende all’adesione, ricorda che, nella maggioranza parte dei casi, il fisco non provvederà ad accertamenti fiscali.

Ribadisce anche l’esenzione o la riduzione delle imposte in caso di redditi superiori al Concordato:

“I maggiori redditi effettivamente conseguiti durante il biennio 2024 e 2025 non verranno considerati ai fini del calcolo delle imposte. Inoltre, sulla parte di reddito concordato eccedente il reddito dichiarato nel periodo d’imposta antecedente (il 2023), verrà applicata un’imposta sostitutiva ridotta”.

Tutto questo è molto interessante e, in qualche raro caso di aziende in espansione, potrebbe effettivamente essere conveniente.

Quello che proprio non mi piace è la formula ricattatoria utilizzata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze nei confronti di coloro che non hanno interesse o convenienza ad aderire:

“Nel caso in cui non accetti la proposta o decada dal CPB, il contribuente verrà inserito in liste selettive e potrà essere soggetto a controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate.”

In altre parole: “Se aderisci, molto probabilmente non ti controllo, ma se non aderisci…

Via: Concordato preventivo biennale: come aderire entro il 31 ottobre 2024